Prima ho innalzato un muro
a sud, perché credevo
venissero solo da sud e io
non volevo
trovarmeli intorno, vederli.
Pensavo
non fosse giusto, pensavo
di essere libero
di costruire
tutto quel che volevo,
dove volevo,
sulla mia terra.
Poco dopo ho eretto il secondo
muro, sul lato a est,
perché da est
ne ho visti venire degli altri
o forse no,
erano sempre gli stessi,
non so, comunque
eran tutti diversi
da me ed io
mi sento sereno e tranquillo
soltanto con gente
a cui assomiglio.
Un giorno poi,
in preda alla noia
per caso ho visto
un documentario di storia
e m’è venuta paura
che quell’orrida orda
di pericolosi emigranti
potessero passare da ovest
come già Annibale
con gli elefanti.
Così mi son costruito
un muro che difendesse
pure quel lato
e quando ho finito
mi son sentito
finalmente protetto.
Almeno finché
non mi è venuto il sospetto
che potessero un giorno trovare
non so come
il modo di fare
il giro passando da nord.
Era improbabile, è vero, però
più ammiravo
tutto quello che avevo,
più osservavo
sul muro crescere un rovo,
più mi sentivo indifeso,
in pericolo, terrorizzato.
Così una sera ho innalzato
anche l’ultimo muro e alla fine
felice ho raggiunto
l’unica condizione
in cui io davvero
mi sento al sicuro:
quella
del prigioniero.
af
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