I poeti
sanno i nomi di tutte le piante
son botanici esperti.
Di rado dicono fiore.
Preferiscon
li sentiate dire giacinto
narciso
elicriso
agapanto.
Han bisogno di precisione.
Per scriver poesie, alcune
di queste nozioni
ho dovuto acquisirle anche io,
farle mie.
Adesso ad esempio
so riconoscere il giglio
l’orchidea, l’eucalipto
la verbena e il cisto.
Recentemente ho scoperto
che piscialetto e dente di leone
in realtà
sono la solita pianta,
di cui ora conosco anche il nome
maggiormente appropriato:
tarassaco.
Dico tarassaco, ora, riempiendomi
di poetico afflato.
Ne è passato di tempo. Un tempo
quel fiore
lo chiamavo soffione. Ma allora
non avevo ancora
scritto
nessuna poesia.
Ero piccolo,
uscivo di casa e correvo
Ero ingenuo,
ancora credevo
fosse un respiro profondo,
fatto a occhi chiusi,
il prezzo
di un desiderio.
af
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