Un giorno
lo so saremo
seduti nuovamente di fronte.
Come in quella torrida estate
in cui io
avevo sempre freddo
e tu ridevi
e ballavi, sempre
al ritmo veloce del battito
dei miei denti di vetro.
Ti ricordi?
Ogni sera
prima di andare a letto
mi regalavi un biglietto
d’aereo, soltanto
per poterti svegliare
prima di me, la mattina
dopo e avere un motivo
per aspettarmi in cucina
dirmi: “resta, ti prego”.
Io allora
ti prendevo la mano,
ti dicevo
piano di sì, piangevo
fissavo il tavolo,
il debole contorno d’ un fiore,
tracciato
dagli aloni lasciati
dai bicchieri di vino
della sera prima.

af