Hanno inventato un braccio
per farsi i selfie,
ne ho visto le foto in rete
sul sito di un quotidiano, il secondo
per numero di copie vendute
in questa piccola parte di mondo.
Questo braccio
per farsi i selfie
è proprio un braccio
umano finto, tipo pezzo
di manichino, scherzo
di carnevale,
effetto speciale
da film dell’orrore.
A un’estremità
di quest’arto ci sta una mano
umana e all’altra
un apposito vano
per fotocamera digitale.
Così adesso possiamo
farci le foto da soli, senza
sembrare più soli, ma insieme
a un altra persona.
Io questa cosa, confesso,
faccio fatica, una grande
fatica a chiamarla progresso
tuttalpiù riesco, diciamo così,
a trovarci un nesso
con le teorie del VHEMT,
successione di lettere arcana
che identifica il movimento
per l’estizione
volontaria della razza umana.
Poiché credo, non sarebbe un’idea
poi cattiva, se
raggiunto quest’apice pessimo
della nostra capacità d’inventiva,
con inattesa umiltà decidessimo
di non riprodurci più e aspettare
che il tempo ci facesse finire.
Sarebbe una scelta davvero gentile
rispettosa di monti, foreste e dei golfi
se accettassimo di scomparire. Invece
continuiamo a farci dei selfie.
Oltretutto la mano,
di questo braccio finto
– andate online a vedere –
ha un colorito piuttosto spento
sembra davvero
la mano di un morto.
E questo forse, per quanto contorto,
è l’unico aspetto
che trovo sensato
che giusto
in uno scatto che ci immortali
per mano
a uno zombie possiamo
dare ancora l’idea
di non essere soli
af
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