Ho sognato che eravamo nudi
sdraiati
sul verde intenso dell’erba
vicino a una ruscello, al di sotto
d’un cielo abbagliante, all’ombra
di tutti gli alberi in fiore del mondo.
Era il Paradiso Terrestre,
Dio
ci aveva riammessi: “ma questa
è l’ultima volta! – ci aveva ammoniti
il buon Dio – Non sprecate
questa grande opportunità,
iniziate
da capo tutta l’umanità!”
Ho sognato che eravamo nudi
io e te
di nuovo insieme nel Paradiso Terrestre,
pronti a ricominciare
un’altra volta l’umanità
pronti ad amarci, tu
non eri mai stata più bella
sorridevi con gli occhi
col collo, col seno, ridevi
con tutta quanta la carne,
però non sembravi
così impaziente
di ricominciare l’umanità, o almeno
non quanto me, io
ti parlavo, tu
saltellavi di qua e di là, sceglievi
fiori da metterti
nei capelli, chiedevi sempre
consigli di moda
al tuo amico Serpente.
Ho sognato che eravamo nudi
riammessi nell’Eden e tu
passavi col tuo amico Serpente
molto più tempo di quanto ne passassi con me.
Dicevi: “con lui
posso parlare di tutto, tu
non mi ascolti, fai solo
discorsi distratti, non pensi
a nient’altro che a te, t’interessa
soltanto il mio corpo,
hai questa ossessione:
ricominciare l’umanità. Io
però sono diversa
da te, io ho i miei tempi
di donna, cerca, ti prego,
non assillarmi, che cazzo!”
Ho sognato che eravamo nudi
ma non riuscivamo a star bene
nel Paradiso Terrestre, così
com’era nel nostro
vecchio appartamento del centro,
quando tu stavi fuori
fino a tardi la sera
io a casa aspettando,
masticando amaro, ondeggiando
tra i miei dubbi
sulla tua fedeltà
e i miei sensi di colpa
per i miei dubbi
sulla tua fedeltà.
Ho sognato che eravamo nudi
e ancora una volta
ti chiedevo di stare,
ti guardavo andare
via, col tuo amico Serpente.
Hai detto: “è soltanto
una serata tra amici”.
Hai detto: “cerca, ti prego,
di non asfissiarmi ancora
con la tua cazzo di gelosia”.
Hai detto: “e comunque non stare
sveglio a aspettarmi”.
Ti ho risposto di sì,
che avevi ragione, ma intanto
meditavo vendetta.
Ho sognato che io ero nudo
nel Paradiso Terrestre, da solo, aspettavo
sveglissimo, tu ch’eri via
nuda anche tu
col tuo amico Serpente.
Sedevo al buio in un angolo, certo
ormai dei miei dubbi
sulla tua fedeltà, privo
di sensi di colpa, gustavo
la mia dolce vendetta,
per te masticavo
l’amaro
saputo sapore
di una scarlatta,
irrimediabile
mela
af
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