Il mio treno tra un’ora.
Il mio sedere seduto
un’ora su questa panca
caldissima.
Il mio sedere seduto
sudato su questa panca
su cui male si campa
per il caldo, ma soprattutto
per il puzzo asfissiante
della capra morta qui sotto.
Chissà da quanto…
Povera capra…
E povero me
un’ora intera sopra una panca
sopra una capra crepata
a leggere Keats
aspettando un treno del mare
che sarà pieno zeppo
di ragazzini in bermuda
di palloni di plastica
di musica stupida.
Quasi quasi ti invidio
povera capra
crepata
sotto la panca
che forse sei morta
per niente,
sola in un giorno d’estate,
ma almeno non sai
quant’è brutto
essere vivi
e attendere
qualcosa di brutto.

af