Ogni tanto
ti vedo ancora,
chiudendo gli occhi
rivedo la sera
che mi aspettavi
nuda, in cucina
con un calice in mano,
la luce piccola
delle candele, che tremolava le ombre
di tutte le cose
che avevi fatto in frantumi.
Ogni tanto
nel buio
dei miei occhi chiusi ritrovo
ancora le onde
delle tende coi fiori
mosse dal vento, le giostre
bianche di fumo
delle tue sigarette e la musica
che si attaccava
dalle pareti, lenta.
Com’era bello
stringerti, allora!
Com’era bello
che tu non mi amassi
e che avessi
il profumo
dei fiori di gelso.
Quanto era nobile
ferirsi a vicenda,
danzare insieme
sui cocci taglienti.
Avevano
le stesse rughe leggere
che aveva mia madre,
le mani con cui portavi
a tagliarsi i miei passi.
Le ammiro ancora,
ogni tanto,
chiudendo gli occhi
per un istante.
Poi li riapro
e c’è solo il mondo,
e la luce
e le mie,
soltanto le mie

af