C’era una volta una storia che adesso non vi sto a raccontare.
Comunque, facendola semplice, si riduce a un principe che, dopo un incessante cavalcare, dopo aver affrontato il Sentiero di Nebbia, aver sconfitto il drago e la dragonessa, aver superato in astuzia Brishek, lo stregone nano, aver attraversato la Palude delle Paure Nascoste, raggiunse in fine il cuore della Grotta Profonda, dove la sua principessa, bella come solo una goccia di rugiada su una foglia al mattino, vittima di un crudele incantesimo, perdutamente dormiva.
Trovata la principessa il principe si chinò su di lei, un po’ emozionato, ma deciso, come da tradizione, a svegliarla con un bacio. E perché fosse un bacio tanto potente da rompere l’incantesimo e riportarla alla vita, e perché comunque non si vedevano da tanto tempo, la baciò con tutta la passione di cui era capace, la baciò mettendo in quel bacio l’essenza della sua stessa vita.
La baciò così forte, così appassionatamente, che quando ebbe finito di baciarla, sfinito, svenne.
La principessa destandosi dall’incantesimo, dopo essersi stiracchiata tutte le ossa, trovò il principe che giaceva accanto a lei e capì immediatamente, per un istinto proprio delle principesse, ciò che lui aveva fatto per lei. Capì che aveva mantenuto la promessa, in nome del loro amore immenso, mettendo a rischio la propria vita. Capì anche, per l’istinto di cui sopra, quale fosse l’unica cosa che ora poteva salvarlo dal sonno in cui era precipitato. Così lo baciò con tutto l’amore di cui le si era nel frattempo riempito il cuore.
Ed era così tanto quell’amore che alla fine, dopo averlo baciato, svenne.
Il principe, risvegliandosi accanto alla principessa e trovandola ancora addormentata, fu preso da profondo moto di sconforto. Alla luce dei fatti non poté far altro che constatare con rammarico che il suo bacio non era stato in grado di risvegliarla.
A causa di questo si intristì e fu vittima di pensieri cupi. Ebbe paura di essersi sopravvalutato, di non essere in grado di donarle la salvezza che le aveva promesso.
Di fronte al volto liscio e serenamente addormentato di lei, pianse lacrime pesanti e gelide, pensando di non essere meritevole dell’amore di una così elevata creatura. Poi però, come spesso capita quando la storia non è ancora finita, l’eroe ricordò a se stesso tutta la strada che aveva fatto per arrivare fin lì, si disse che in fondo se aveva superato il Sentiero di Nebbia, il drago e la dragonessa, battuto in astuzia Brishek, lo stregone nano, e attraversato pure la Palude delle Paure Nascoste, giungendo in fine al cuore della Grotta Profonda, non poteva certo arrendersi alla prima difficoltà. Si risolse dunque ad andare ben oltre i propri limiti. Si chinò sulla principessa, le mise una mano dietro la nuca, le sollevò leggermente la testa, ammirò quei teneri occhi chiusi e poi la baciò con più energia di quanto avesse mai fatto in tutta la sua vita.
Quindi svenne.
La principessa aprendo gli occhi e vedendo il principe che giaceva accanto a lei, come prima cosa pensò: “Che strana sensazione di deja vù!”. Si guardò un po’ intorno e, istintivamente, senti una certa attrazione verso la luce che flebilmente filtrava dall’uscita della grotta. Poi però pensò: “Che diamine, è il mio principe questo! Non sarà perfetto ok, ma ha fatto tanta strada per venire da me, ha superato il Sentiero di Nebbia, il drago, la dragonessa, Brishek, lo stregone nano, perfino la Palude delle Paure Nascoste, per giungere fino qui, al cuore della Grotta Profonda, non posso mica abbandonarlo, glielo devo”. Gli scostò i capelli dalla fronte e prendendogli dolcemente il viso tra le mani spinse più forte che poteva le sue labbra contro quelle del principe, quasi le loro bocche dovessero diventare per magia una bocca sola.
Una volta baciatolo svenne.
Il principe si tirò su e, dopo una rapida occhiata intorno e sé, esclamò: “Zio cantante! Ho fallito ancora! Che cavolo di principe sono? No, no, no, così non va bene, questa è la mia principessa e io la devo svegliare! Sennò poi chi li sente gli altri principi il venerdì sera al circolo dei principi?” E dopo aver preso un bel respiro si sdraiò sopra di lei, la abbraccio stretta e la baciò, deciso a non staccarsi da lei per nessuna ragione al mondo.
Svenne e scivolò di lato, accanto alla principessa.
La principessa, tirandosi a sedere e stropicciandosi gli occhi, disse: “Curioso, mi sento un po’ come un impiegato al lunedì mattina”. Poi, senza fermarsi a pensare che dato il suo status di principessa non poteva saperne molto di cosa provasse un impiegato il lunedì mattina, né nessuno degli altri giorni della settimana, scorgendo il principe, sbuffando disse: “Principe mio, io ti amo, ma voi uomini una cosa fatta bene dall’inizio alla fine mai, eh?” Ciò detto, alzando gli occhi al cielo e senza chiedersi neppure per un istante, com’è tipico delle principesse, se il problema potesse mai essere lei, si piegò su di lui, lo baciò e svenne.
Il principe stiracchiandosi vide la principessa e lì per lì pensò: “Certo che anche io, zio povero… Ma non potevo innamorarmi di una cortigiana qualunque, che ce n’era una fila lunga così, al castello? Eh, ma io no, io dovevo farmi tutto il Sentiero di Nebbia, smazzarmi il drago, la dragonessa, Brishek, quel nano di merda, la Palude delle Paure Nascoste, dovevo arrivare fino a sto cazzo di cuore della Grotta Profonda…” Accarezzò per un attimo, e senza confessarselo apertamente, l’idea di tornare indietro e inventarsi una qualche avversità imprevista, ma poi vinto dal senso del dovere disse: “Va be’”, fece leva su un gomito e rotolò sulla principessa, baciandola.
Svenne e ricadde di lato.
La principessa allora, tornando in sé e realizzando nuovamente la situazione penso: “Niente, aveva ragione mamma.” Ma siccome avrebbe fatto qualunque cosa piuttosto che dare ragione alla propria madre, con la quale aveva un pessimo rapporto da sempre, mise la bocca su quella del principe e lo baciò.
Lei svenne e lui si svegliò e, insomma, ormai come funziona l’avete capito, no?
È una favola che sul finale perde gran parte del suo romanticismo, non lo nego. E la morale mi sa che non c’è. O se c’è io sinceramente non l’ho capita.
Ma d’altra parte io di mestiere faccio il narratore, non il critico letterario, cosa volete?
Se cercate una morale, una spiegazione, una interpretazione mi sa che dovete rivolgervi altrove, perché io non saprei che dirvi.
Tutto quello che posso dirvi io, anche se non saprei spiegarvi in che modo farlo e sinceramente nemmeno ve lo consiglio, è che se trovaste l’inizio del Sentiero di Nebbia, sconfiggeste il drago e la dragonessa, superaste in astuzia quel furbacchione di Brishek, lo stregone nano e riusciste anche a oltrepassare la Palude delle Paure Nascoste, be’, allora lì, nel cuore della Grotta Profonda, se vi affacciaste e guardaste, magari senza farvi vedere, ecco lì potreste vedere qualcosa che quantomeno a un lieto fine un po’ ci somiglia.
Un principe e una principessa che, seppure probabilmente non vivranno mai felici e contenti, ancora l’un l’altra si baciano.
Per sempre.
af
2 Settembre 2019 alle 17:59
Questa ti è uscita col buco! La condivido diverrà virale ne sono certo. Ora vai al circolo a ubriacarti, te lo meriti. La morale è evidente: “Se non paghi in un modo o nell’altro, te lo puoi scordare di andare oltre ai baci”. Dimostrami che non ho ragione. Un abbraccio Michel <3
3 Settembre 2019 alle 6:28
Sei molto bravo! Hai creato un loop. Di solito sono trappole dalle quali è difficilissimo uscire, a meno che non intervenga un fattore estraneo. In questo caso è il narratore. Chi è dentro il loop non sa della sua esistenza e, sebbene si renda conto di essere in trappola, dispera di uscirne. Ad un osservatore esterno parrebbe bello un bacio eterno, sorvolando sul fatto che lasci senza fiato e conduca allo svenimento e al sospetto di un epilogo per consunzione. Tutto sommato, riandando ad altri loop letterari, il tuo è migliore di quello della pena di Sisifo, Prometeo o Tantalo e Re Mida, per non parlare della maggioranza delle pene dell’Inferno di Dante. Bravo!